Sembrano sopite le forti
polemiche di qualche mese fa sulla pressione idrica ridotta (o nulla) al
rubinetto di casa. Meno male! ... me ne sono tenuto a debita distanza, e adesso
con il clima più sereno si possono fare delle considerazioni in merito. Nel luglio
del 2005 scrivevo sul Corriere di Caserta: “si
sa che durante questa stagione aumentano i prelievi a carico delle falde, ma
gli apporti, al contrario, diminuiscono fino ad annullarsi. A Pietramelara,
tuttavia, il quadro non dovrebbe mai manifestarsi a tinte tanto fosche: i pozzi
realizzati negli anni ’80 dalla Protezione Civile, insieme al capiente
serbatoio di Monte Maggiore, nonché la possibilità di attingere direttamente
dall’Acquedotto della Campania Occidentale, dovrebbero - in teoria -
scongiurare in modo assoluto uno stato di carenza di acque potabili.
Ciononostante, da circa un mese siamo costretti ad assistere ad una riduzione
generalizzata della pressione dell’acqua erogata dai rubinetti, con tutti gli
altri inconvenienti connessi: mancanza d’acqua ai piani superiori degli edifici
e malfunzionamento delle caldaie per la produzione di acqua calda. Molti
lavoratori hanno, ad esempio, lamentato che al ritorno a casa, la sera, si
ritrovano nell’impossibilità di una doccia!”.
Visto?...Un problema sentito dalla popolazione che, a mia memoria, risale
ai primi anni ’70: allora la propaganda
faziosa aveva fatto circolare la voce che erano le bufale di una certa azienda
agricola, a privare i cittadini di un bene di necessità inderogabile come
l’acqua; uno “sfioro”, assolutamente indispensabile nel punto più alto del
percorso della condotta pantani/monticello, era al centro di quelle polemiche,
l’acqua che fuoriusciva nei momenti di maggior pressione finiva in un abbeveratoio,
altrimenti avrebbe dovuto ruscellare e perdersi.
Le bufale non pascolano più da
anni in quel punto, ma il problema si è acuito…a chi addossare la
responsabilità allora? Da allora ad oggi, si sono avvicendate almeno sei/sette
amministrazioni diverse (in uno o più mandati), e lo scenario purtroppo non
tende a modificarsi, e se prima si soffriva per ridotta pressione solo in
estate, ahimè attualmente il disagio è diffuso nell’intero anno. Sommessamente
ritengo che la continua espansione della rete idrica, che ha raggiunto ogni più
remoto angolo del territorio comunale, in mancanza di un sensibile aumento
della quantità di acqua immessa in rete, è semplice demagogia amministrativa!
Come potrebbe lo stesso corpo idrico di quaranta anni or sono, alimentare una
rete che nel frattempo serve un numero di utenze ed una superficie più che
raddoppiati? Inoltre la rete è vetusta, essendo stata realizzata tra gli anni
’50 e ’60, e si rompe se la pressione viene aumentata, anche di poco.
Tale situazione di disagio, viene
vissuta in modo particolarmente drammatico soprattutto nei quartieri più alti:
il “Rione Svizzero” ed il Borgo sono, come al solito, i più penalizzati,
insieme ai piani superiori dei condomini sorti nel frattempo. Senza assolutamente addentrarci nel complesso
e spinoso campo dei tecnicismi, allora il problema è essenzialmente di
natura politica. La politica politicante, che ha voluto affidare la gestione
del servizio idrico a enti, come E.I.C. e Idrico Terra di
Lavoro S.p.A., non ci fa sperare nulla di buono neanche per il futuro prossimo!